L'esposizione, curata da Stefano Sbarbaro e Cristina Stefani, ricostruisce e pone all'attenzione del pubblico la vicenda umana e artistica del pittore di origini modenesi, Oscar Sorgato (Modena, 1902 – Milano, 1941) che svolse la sua breve carriera pressoché interamente nel fervido clima artistico della Milano degli anni Trenta.
L’artista è testimone di quel delicato passaggio che porta al superamento dei grevi canoni plastici di Novecento Italiano in favore di un rinnovato approccio pittorico, caratterizzato da una pennellata tenue e sciolta di matrice neoimpressionista che si organizzò nel movimento del Chiarismo attorno alla figura del critico Edoardo Persico.
La produzione di Sorgato si concentra su due temi fondamentali, la pittura di paesaggio e il ritratto, restituendoci per il secondo uno spaccato sociale della complessa stagione del Ventennio e inquadrando le aspirazioni, le fragilità e i turbamenti della borghesia milanese del tempo, con una particolare attenzione nei confronti della condizione femminile che ne favorisce il collegamento con il tema “persona” affrontato dal Festivalfilosofia.